Dionisio Longino fu filosofo e critico del III sec. d.C.; egli fu ministro di Zenobia, regina di Palmira. L'imperatore Aureliano entrò in conflitto con il regno di Palmira, lo sconfisse, catturò la regina e mandò a morte Longino. Il suo scritto Del Sublime era diretto in forma di epistola a un giovane discepolo: Postumio Floro Terenziano.
Questo era un nobile romano avviato alla carriera politica e alla pratica del Foro. Dionisio è un “graeculus” maestro di letteratura e di retorica. Per il suo tempo era considerato una “biblioteca vivente”.
Nel frontespizio della pubblicazione di Gori del 1700 vi è un' illustrazione: Dedalo che sta terminando l'ala destra per il figlio Icaro. Il padre tende alla perfezione nella confezione delle ali, mentre Icaro mostra chiaramente la sua impazienza: il giovane vuole spiccare subito il volo. Vi è sotto questa immagine una scritta in greco: tutte le belle e oneste cose sono ardue e malagevoli. L'illustrazione e la scritta di Gori siano un monito ai giovani d'oggi, ma lo erano anche ai giovani del 1700 ed a quelli del tempo di Longino.
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