1552, ad Opera di A. Piccolomini, racchiude il primo atlante cosmico mai pubblicato.
E' la terza edizione, ancora con visione tolemaica dell'universo.
Il libro descrive, in italiano volgare, "il sapere astronomico" del 1500, un secolo pieno di fermenti in tutti i campi ed in tutti i sensi. Basti fare mente locale alle esplorazioni geografiche (America...), alle affermazioni e conquiste scientifiche (eliocentrismo...), all' impero di Carlo V, alla Riforma e alla Controriforma, al Concilio di Trento (1543-1563), alla superba stagione culturale della Toscana dei
Medici. Anche il Varesotto da un contributo significativo con Gerolamo Cardano che pubblica Ars Magna, un importante trattato di algebra.
Le effemeridi fino al XIX non furono solo strumenti indispensabili per
l’astronomo ma soprattutto un valido aiuto a tutti quei nocchieri che proprio dal 1500 solcavano i mari alla scoperta di nuove rotte con scarse nozione geografiche, guidati dalle posizioni degli astri osservati attraverso i loro astrolabi.
All'epoca della publicazione era ancora in vigore (dal 46 a.C.) il calendario giuliano e quindi si era già determinata una significativa discordanza fra la data astronomica e quella del calendario. Infatti nel libro i giorni equinoziali sono l'XI marzo e il XIIII settembre, non corrispondenti alle date astronomicamente corrette. L'errore introdotto dal calendario giuliano aveva determinato un accumulo di 10 giorni. Solo nel 1582 Papa Gregorio XIII, con la bolla papale "Inter Gravissima", eliminò l'errore e impose il nuovo calendario gregoriano attualmente in uso.
Il volume è disponibile per la lettura nel Laboratorio di via Dante Alighieri, disponibili anche a fornire il file conforme all'originale (alta definizione 3 giga)